Marvel IT presenta


#31
PREDONI E PREDE

di Mickey e Carlo Monni

 

 

Aeroporto internazionale di Newark-Liberty, New Jersey.

Ci sono diversi motivi per cui l’uomo che sta salutando la giovane donna in partenza per la Scozia non passerebbe inosservato tra la folla: uno, il più ovvio, è che ha la fisionomia di una sorta di demone dalla pelle nero-bluastra con tanto di coda forcuta, orecchie a punta e canini appuntiti; l’altro è che Kurt Wagner è comunque famoso per essere l’X-Man chiamato Nightcrawler. Ce n’è più che abbastanza per attirare una folla di curiosi che lui cerca di ignorare ma che imbarazza la sua amica Diana Vickers. La donna è in partenza con il prossimo volo per Edimburgo e da lì proseguirà per Inverness e poi raggiungerà in traghetto l’Isola di Muir, sede di uno dei più importanti centri mondiali di ricerca sulle mutazioni genetiche.
-Se potessi teleportarti con me ed evitarti il viaggio, verrebbe meno il motivo stesso del viaggio.- le dice lui.

-Avrei mille altri validi motivi per fare un viaggio con te.- ribatte lei.
Wagner abbassa lo sguardo e, per sua fortuna, non può arrossire con la pelle che si ritrova. La situazione lo mette a disagio: non sono più una coppia, o perlomeno così si era detto, e le smancerie lo imbarazzano, non foss'altro che colpiscono nel segno dei suoi sentimenti ancora accesi. Perché le cose devono essere sempre complicate? Perché nulla, compresa la sua vocazione alla vita religiosa di cui non è più così sicuro ormai, può essere semplice e chiaro?

-Tra dodici ore ci vediamo a Muir- aggiunge Kurt, continuando sulla strada dell'ovvietà. Sono tutte cose che già sanno, ma in qualche modo deve infrangere un silenzio chiaro sintomo di disagio.

Diana si sforza di sorridere.

-Ci conto.- replica.

Alla fine si salutano con un mero bacio sulla guancia e la separazione è più pesante del previsto per entrambi, ma le separazioni non sono quasi mai indolori, dopotutto.

Diana sale sul suo aereo e Kurt rimane a guardarlo decollare e solo dopo un po’ di tempo si decide a scomparire. In uno sbuffo di fumo e zolfo.

 

Hotel Sol del Mar, Santa Providencia.
Graydon Creed è sempre stato un uomo complesso. Buona parte della sua vita da adulto è stata dominata dall’odio per i suoi genitori, il mutante ferino noto come Sabretooth e la mutante mutaforma nota come Mystica, ma alla fine ha saputo superare questi sterili sentimenti ed usare le sue energie in modo più positivo… positivo per lui, ovviamente.

Un accordo col Presidente di questa piccola repubblica centroamericana gli ha permesso di far diventare Santa Providencia un rifugio sicuro per il suo gruppo di mercenari chiamati Marauders ed un porto franco per molti altri traffici.

In questo momento sta ricevendo nel suo studio privato proprio i Marauders.

-Inutile dire che non sono per nulla soddisfatto.- dice con tono severo -Avete fallito il compito di uccidere Elektra Natchios e vi siete fatti catturare da due individui senza superpoteri facendoci perdere un cospicuo onorario.[1] Mi sono chiesto se non avrei dovuto lasciarvi marcire in prigione.-

-E invece ci ha fatto liberare.- puntualizza Scalphunter.

-Perché, tutto sommato, mi siete utili. E ora tocca agli altri due. Voglio che recuperiate la matrice di Malice e i pezzi di Prism. Ho saputo che li hanno portati al Progetto P.E.G.A.S.U.S. Ve la sentite di provarci?-

La sfida è evidente e Scalphunter risponde:

-Di provarci e di riuscirci.-

Il che è esattamente quello che Creed si aspettava.


Progetto P.E.G.A.S.U.S. Monti Adirondacks, Upstate New York. Dodici ore più tardi.

La sottigliezza non è mai stata la miglior virtù di Scalphunter e soci, e così per entrare nel più grande centro di ricerche della nazione scelgono la via più diretta: imbracciato il suo fucile, il Comanche spara un piccolo cilindro che emette un impulso elettromagnetico. Tutti i sistemi del Progetto sono disattivati.

-Abbiamo sei minuti, forse meno. Facciamoli bastare.- dice agli altri, poi scatta verso il complesso, facendo loro segno di seguirlo.

Raggiunto il portone vi applica un altro dei suoi congegni che dopo una contenuta esplosione lo apre.

-Quattro minuti.- annuncia.

Arclight e Scrambler lo seguono all’interno.

Percorrono un lungo corridoio abbattendo senza pietà chi gli si para davanti usando le armi o i loro poteri.

-Troppo facile.- borbotta Arclight.

In quel momento un filo di sabbia esce dal pavimento ed in pochi istanti si forma la figura dell’ex supercriminale e Vendicatore di Riserva noto come Uomo Sabbia, attualmente capo della sicurezza del Progetto P.E.G.A.S.U.S.

-Volevate guai? Siete stati appena accontentati.- dice.

Si avvolge intorno ad Arclight e Scrambler. Il potere del giovane coreano non ha effetto sulla sua forma di sabbia e anche quello di Philippa Sontag di creare piccoli sismi lo disorienta solo per poco.

-Dovete fare di meglio.-

Scalphunter non parla. Estrae un altro dei suoi congegni, lo manipola e poi lo scaglia con forza. Non appena il congegno tocca la maglietta dell’Uomo Sabbia si sente uno sfrigolio e William Baker diventa di cristallo.

-Due minuti.- annuncia John Greycrow mentre col calcio del fucile colpisce la forma cristallina dell’Uomo Sabbia mandandola in mille pezzi.

I tre supercriminali percorrono rapidamente il corridoio giungendo davanti ad una porta.

-Tocca a te.- dice Scalphunter rivolto a Scrambler.

Il coreano usa i suoi poteri ed apre la porta disattivandone la serratura.

Nella stanza in cui entrano, su di un tavolo operatorio giace una figura femminile. Ad un’occhiata più approfondita appare chiaro che si tratta di un sofisticato androide. Scalphunter non lo degna di uno sguardo, ma si dirige verso due teche appoggiate su uno scaffale. In una, più piccola, c’è un collare con un medaglione al centro, in un’altra tanti pezzi di cristallo.

-E così, questo è quanto rimane di Prism.- commenta Kim Il Sung.

-Poche chiacchiere. Prendete le due teche e filiamo. Ci resta un minuto.-ordina, secco, Scalphunter.

 

In un rifugio segreto negli Stati Uniti.

La bambina che stringe la mano di Mystica e i quattro mutanti dietro a loro si guardano intorno con espressioni tra il sorpreso e lo spaesato. La donna dalla pelle blu, invece, sembra essere impervia ad ogni sorpresa.

-Bel posticino che ti sei fatto, Magneto.- dice infine -Non è il palazzo presidenziale di Genosha ma può andare.-

Magneto non replica all’osservazione sarcastica ed invece dice:

-Questo posto è dotato di tutti i comfort, Raven, vedrai. Ora Tata vi accompagnerà ai vostri alloggi e dopo che vi sarete sistemati e rinfrescati, parleremo del vostro futuro qui.

-Non ne vedo l’ora.-

Non appena il gruppetto si è allontanato seguendo il robot con l’uniforme da cameriera Emma Frost si rivolge a Magneto:

-Possiamo fidarci di loro? Io non sono una terrorista e tu non lo sei più. Ne abbiamo parlato.-
-Nessuno, qui dentro, ha il diritto di giudicare nessun altro sui propri trascorsi. Io ho fatto evadere te e Mystica ha fatto evadere i suoi ragazzi, tutti meritate il beneficio del dubbio contro le cieche autorità umane. Senza contare che una con le sue speciali abilità ci sarà sicuramente molto utile. La forza non è la sola cosa che conti in un conflitto e tu dovresti saperlo benissimo, mia cara. E, ultimo ma non per importanza, abbiamo bisogno di fare numero. Conto su di te per tenere d'occhio la Darkholme.-
-Mi inviti a nozze.-

"Un piccolo scan telepatico non farà male a nessuno", pensa Emma con un lieve sorriso.

 

Progetto P.E.G.A.S.U.S. Monti Adirondacks, Upstate New York.
Quando Linea X ha ricevuto una chiamata d'emergenza dal Progetto P.E.G.A.S.U.S., Havok aveva anticipato il dubbio che non avrebbero fatto in tempo ad arrivare per fermare l'assalto al centro ricerche; eppure, per non lasciare niente d'intentato, aveva raccolto la sua squadra in quattro e quattr'otto e preso il volo.

Quando il Blackbird atterra e vengono ricevuti, si rendono conto di essere arrivati troppo tardi, come nelle più funeste previsioni.

Ad accoglierli c'è un imbarazzato Uomo Sabbia appena ricostituitosi.

-Ci avreste fatto comodo dieci minuti fa.- dice dopo i convenevoli -Bel capo della sicurezza che sono, questa è già la seconda incursione che non sono stato capace di impedire.[2] Forse dovrei dimettermi.-

-Sarà per questo che avete chiamato noi e non i tuoi amici Vendicatori?- lo stuzzica l'Uomo Ghiaccio. In realtà sta sfogando contro il malcapitato la propria frustrazione: non ha partecipato alla repressione dell'evasione alla Volta perché impegnato ai centralini di Linea X, e adesso si ritrova coinvolto in una missione abortita in partenza. La sua sete d'azione dovrà attendere.

-Non essere troppo duro con te stesso.- lo consola Husk -Sono certa che hai fatto tutto quello che potevi.-
-Ma non è bastato. Quei bastardi hanno preso quel che cercavano.-

-E sarebbe?- domanda Havok.

-Questo posso dirvelo io.- interviene un ragazzo che dimostra meno di vent’anni. Indossa un camice bianco e occhiali spessi -Mi chiamo Robert Rider e sono uno degli scienziati del Progetto.-

Altri farebbero qualche osservazione sulla giovane età del ragazzo, ma gli X-Men hanno avuto più di un bambino prodigio nelle loro fila e non sono impressionati.

-Allora cos’hanno rubato, dottore?- insiste Arcangelo.

-La matrice dell’essere conosciuto come Malice e i frammenti del corpo del mutante Prism distrutti in uno scontro con Devil.-[3]

-È chiaro che chi li ha mandati intendeva recuperare tutti i Marauders per avere l’intero gruppo alla massima efficienza.- commenta Alfiere.

-Graydon Creed, chi altri?- replica Arcangelo -Lavoravano per lui ultimamente. Quel maledetto si crede intoccabile.-

-Ma non lo è.- ribatte Havok -Siamo stati a guardarlo fare quel che voleva troppo a lungo, adesso basta! Andremo a dar loro una lezione direttamente nel loro covo... ovunque esso sia.-

 

Worthington Tower. Sala Cerebro.
Da quando è nata la sua piccola Sara, Jean Grey ha sempre evitato di entrare in azione. Tutte le sue attenuanti sono ammissibili: le esigenze della maternità, le responsabilità del suo lavoro. Eppure, anche se fatica ad ammetterlo con se stessa, anche se non l'ha confessato nemmeno a Warren, da quando la Forza Fenice ha lasciato il suo corpo e ha partorito, i suoi poteri hanno avuto un tracollo. La sua telepatia è tornata ai livelli delle sue prime manifestazioni, ai tempi in cui il Professor Xavier aveva riunito i primi cinque X-Men. Allora non era ancora una mutante di livello alpha. Non sa che cosa sia adesso, né ha voluto sottoporsi ad alcun esame.
Di recente ha già provato a cercare il suo ex-marito e gli altri amici scomparsi durante la crisi con lo Zodiaco, invano. Ma in quel caso aveva un'attenuante: coloro che cercava erano in un'altra dimensione.[4]
Questo azionamento di Cerebro, o perlomeno della sua versione ridotta in dotazione alla Torre, fungerà da vero piccolo test e questo le genera una certa ansia. Teme di non poter essere d'aiuto ai suoi amici, a ciò che le ha richiesto il suo ex cognato, eppure non ci sono scuse per scappare.

Le sue paure sembrano confermate: non riesce a rintracciare nessuno.
Magneto e la Regina Bianca, fuggitivi da nove mesi. Mystica e i suoi nuovi scagnozzi.
-Tranquilla, non ci aspettavamo niente di diverso- la rassicura Arcangelo, come se avesse intuito il suo senso di inadeguatezza -Sono anni che Magnus sfugge ai poteri mentali, Emma ne sarebbe immune di suo quando è in forma adamantina... e Mystica sa il fatto suo.-

-Va bene. Proviamo con il Sinistro Sindacato, anche se non sappiamo se ci siano mutanti tra di loro.- dice, con scarsa determinazione Fenice.
Per quanto scandagli gli abitanti di New York, nulla di consistente emerge.
-A me non stupisce neanche questo- interviene in sua difesa Gambit - Il casco di Magneto ha fatto scuola. Jean-Luc[5] dice che ormai i materiali che isolano dalle energie psichiche si trovano con una certa facilità sul mercato nero, anche se costano. Pare sia un must tra i boss criminali.-
-Ah, sì? Come se le forze dell'ordine o i supereroi pullulassero di telepati... fatemi fare un altro tentativo.-
Un minuto dopo, un mezzo sorriso si disegna sul volto provato di Fenice.
-Oh, bene. La Regina Ragno... Charlotte Witter... è a Buenos Aires.- annuncia.
-Grazie, è pur sempre qualcosa. Anche se non interverrei per non scatenare altri incidenti diplomatici- frena Warren.
-Una volta non ci sarebbe importato, avremmo agito e basta, ma se ci tieni tanto, notificheremo la notizia alle autorità competenti.- gli dà corda Havok.-Ora, dopo questo rodaggio, prima che Jean si stanchi troppo, tornerei sul nostro obiettivo primario.-

-Tentar non nuoce, anche se, secondo me, pure i Marauders potrebbero essere protetti - prova a obiettare Gambit, subito pentendosi. La bocca aveva parlato prima di collegarsi il cervello. Per quanto avesse detto una cosa sensata, per quanto razionalmente per tutti fosse acqua passata, ogni qual volta si menzionano i Marauders, la coda dell'occhio di tutti punta su di lui, d'istinto, d'inconscio, a ricordare il suo fosco passato.

-Tower. Spellbinder. Firebug...- inizia a scandire Jean con una certa fierezza, mentre da un database le loro schede si aprono ad icona su uno schermo -Sono sull'isola di Santa Providencia.-
Sullo schermo olografico alle loro spalle compaiono i loro ritratti fotografici e la loro localizzazione sul mappamondo.
-Ok, inizio a studiare i dettagli della missione e poi farò le convocazioni- sentenzia Havok, con piglio sempre più autorevole nel suo ruolo di leader.

-E un incidente diplomatico con..?- prova a contestare Gambit, frenandosi quando si rende conto di non sapere a quale Stato appartenga l'isola caraibica.
-È indipendente.- precisa Fenice -Un piccolo paradiso fiscale come ne esistono tanti da quelle parti.-
-Avere rogne per la Regina Ragno è un conto. Averne per trovare "mutanti malvagi" - Alex usa una definizione d'antan mimando le virgolette con le dita - mettere i puntini sulle i sul fatto che non facciamo sconti ai mutanti ed eventualmente indagare su un possibile collegamento degli Amici dell'Umanità con Graydon Creed o risalire a Sinistro... è un gioco che vale la candela.-
-Va bene, va bene, non c'era bisogno di partire col pistolotto. In fondo, chi direbbe di no a una puntatina ai Caraibi?-

 

Sede distaccata della Procura Generale dello Stato di New York. Broadway n. 120. New York City.

Paul Bailey non può lamentarsi dell’ufficio che gli hanno assegnato, è più grande di quello che ha ad Albany. Esamina un'altra volta i dossier fornitigli dalla Procura Distrettuale di Manhattan e dalla Polizia. Apparentemente sembra che non sia stato trascurato nulla. Riepilogando: un Agente di Pattuglia in servizio ad Alphabet City[6] vede un ragazzo che crea effetti pirotecnici dal nulla. Gli si avvicina per chiedergli se ha l’autorizzazione ad esibirsi in strada, il ragazzo gli punta contro un dito e il poliziotto innervosito, credendo che il ragazzo volesse usare il suo potere contro di lui gli spara e lo uccide. Potrebbe essere un caso di legittima difesa se il pericolo percepito aveva qualche fondamento ma è un dannato terreno minato. In più, l'altro giorno c'è stato quello scontro tra mutanti e fanatici alla Chiesa di Santa Francesca Saverio Cabrini, che ha reso ancora più tesa la situazione. Gli Amici dell'Umanità hanno ufficialmente preso le distanze dai terroristi, che hanno bollato come «infiltrati», ma quanto possono essere credibili?

L’assistente che gli hanno assegnato lo chiama:

-Signore, dovrebbe vedere questo.-

Si riferisce al notiziario in diretta streaming dove si vedono due gruppi di persone che si confrontano separati a fatica dalla Polizia davanti a quello che è senza alcun dubbio il Tribunale Penale della Contea di New York.[7]

-Che altro sta succedendo?- chiede Paul.

-Un altro gruppo di quegli Amici dell’Umanità manifesta a favore del poliziotto che ha sparato al mutante e poi c’è un gruppo di attivisti pro mutanti che ne chiedono la punizione.- spiega l’assistente -Sono volate solo parole grosse finora ma…-

Non finisce la frase. Dallo schermo il reporter urla:

<Qualcuno ha sparato, ripetiamo: qualcuno ha sparato.>>

E sotto gli occhi di Paul Bailey e degli altri presenti scoppia il caos.

 

Worthington Tower.

Remy LeBeau meglio noto come Gambit si prepara per l’imminente missione ai Caraibi, si annoda la bandana sulla fronte e per ultimo infila il suo caratteristico impermeabile, anche se potrebbe apparire fuori luogo sotto il caldo sole dei Tropici, ma dopotutto, nel suo tipo di lavoro l’immagine conta molto.

Un sorriso malinconico si forma sulle sue labbra. Anche tra i suoi compagni di squadra, ne è certo, c’è chi lo considera troppo fatuo e superficiale e non capisce che la sua è una maschera, una protezione che si è costruito addosso per difendersi dal dolore che troppo spesso è stato parte della sua vita, dalla paura di essere ferito se mostra apertamente i suoi sentimenti. Il recente, reiterato due di picche di Husk è l'ennesima conferma ai suoi occhi. Tempesta l’avrebbe capito ma Ororo Monroe ha scelto altre strade allontanandosi dai suoi compagni di squadra.[8] Anche Rogue lo sapeva e allontanarla da lui è stata una delle decisioni più difficili che abbia mai preso.

Smette di pensarci ed esce. È appena salito sull’ascensore, che lo porterà fino al tetto, dove lo attende un elicottero il cui compito è trasportare lui è i suoi compagni sino alla pista privata di decollo del Blackbird quando vede una donna correre verso di lui ostacolata dai tacchi a spillo delle sue scarpe firmate . D’istinto, Remy blocca le porte dell’ascensore permettendole di entrarvi.

-Merci.- sussurra lei in francese e con un accento che per il Cajun è inconfondibile.

-Ma lei è di Parigi!- esclama lui nella stessa lingua.

-Mais oui. Lei invece è creole... No, cajun, giusto, M’sieur Gambit?-

-Mi conosce, vedo.-

-Lei è più famoso di quel che crede.-

-Davvero? Temo, però, di non poter dire lo stesso di lei. Madame…-

-Avril, Yvette Avril. Sono il nuovo Directeur Général delle Worthington.-

Remy LeBeau le rivolge un rapido sguardo da intenditore: molto attraente, le curve giuste al posto giusto, lunghi capelli e occhi castani, occhiali tondi da miope, tailleur di gran marca con camicetta di raso e gonna appena sotto il ginocchio.

-Le piace quel che vede?- gli chiede lei con un sorrisetto divertito.

-Ho sempre avuto un debole per le parigine.- ribatte Remy per nulla imbarazzato -E lei ne è un ottimo esempio, M’moiselle Avril.-

-Conosce Parigi?-

-Ci ho passato qualche tempo anni fa.-

A fare il ladro gentiluomo, ma questo non è necessario che la sua interlocutrice lo sappia. Piuttosto Remy le chiede:

-Che ci va a fare sul tetto?-

-Ho un appuntamento con il Presidente della Roxxon e devo prendere un elicottero.- risponde Yvette.

-Che coincidenza, anch’io, ma per andare all’aeroporto.-

-Affari da X-Men, immagino.-

L’ascensore si apre direttamene sul tetto dove un elicottero con la X dipinta aspetta.

-Beh, è stato un piacere, M’moiselle Avril.- le dice Gambit -Magari possiamo approfondire la conoscenza la prossima volta.-

-Magari… e lascia perdere il M’moiselle, io sono Yvette.-

-E io Remy.- replica lui cominciando a correre e balzando agilmente a bordo dell’elicottero che si leva subito in volo.

-Stavi flirtando, Cajun?- gli chiede Havok.

-E se anche fosse? La cosa ti crea problemi, Summers?- ribatte Gambit.

-La tua vita amorosa, chiamiamola così, mi interessa solo se complica la vita alla squadra in missione.- replica l’altro, nascondendo il suo sollievo all'idea che il compagno di squadra si stia dedicando ad altre donne piuttosto che alla sua Paige.

-E allora sta pure tranquillo, mon ami.-

Gambit rivolge lo sguardo alla figura femminile che diventa sempre più piccola in lontananza e sorride. Husk sarà l'unica femmina del gruppo, ma il mondo là fuori è pieno di donne che meritano le sue attenzioni.

 

Isola di Muir, Scozia, Regno Unito.

È ormai primo pomeriggio quando il Blackbird, ma sarebbe meglio dire uno dei Blackbird, con la X sulla fusoliera atterra nella pista d’atterraggio proprio di fronte al Centro Ricerche Genetiche diretto dalla Dottoressa Premio Nobel Moira Kinross MacTaggert. Ne scende Nightcrawler

-Benvenuto.- lo saluta la donna -Sei da solo?-

-Diana ha preferito viaggiare per conto suo con un volo di linea.- spiega Nightcrawler -Credo che si senta a disagio con noi X-Men e…- si ferma comprendendo solo ora una cosa -Non è qui? Com’è possibile? È partita molto prima di me.-

-Non è arrivata con l’ultimo traghetto, questo è certo.- ribatte Moira.

-Molto strano.- commenta Kurt -Anche contando che a Edimburgo doveva prendere la coincidenza per Inverness e poi il traghetto, avrebbe dovuto arrivare almeno mezz’ora fa. Avevo calcolato tutto -

-A volte gli aerei ritardano. Le avverse condizioni meteo o il sovraffollamento dei cieli…-

-Grazie per tentare di rassicurarmi, Moira... Probabilmente hai ragione, ma io ho lo stesso una brutta sensazione e nel corso degli anni ho imparato a fidarmi di questo tipo di premonizioni. Tra l'altro, per sicurezza avevo provato a telefonarle, ma il cellulare risulta sempre spento...  - spiega, prendendo dalla tasca uno smartphone e iniziando a trafficarvi.
-Niente, ancora spento... fammi andare sul sito della compagnia aerea...
Sullo schermo del telefono appare un annuncio funesto. Con le dita tremanti, Wagner clicca su un link, da cui parte un filmato:

<<… ancora nessuna notizia del volo da Newark per Edimburgo misteriosamente scomparso in mare. Le Autorità…>>

Kurt Wagner sente un brivido corrergli lungo la schiena. I suoi peggiori timori si sono realizzati.

 

Altroquando.
Trevor Fitzroy non ricorda più da quanto tempo è stato catturato dagli agenti dei signori di Altroquando per i suoi crimini contro il flusso temporale, da quanto tempo marcisce in quella cella, impotente.

Sa solo che è la prima volta, da quando vi ha messo piede, che qualcosa ha spezzato la monotonia della prigionia. Un qualche genere di tafferuglio nei piani alti si sta riverberando nelle prigioni.

Un'esplosione investe la sua porta e la divelle quanto basta da creargli una breccia per fuggire.
Nei corridoi, regna il caos: gli agenti del reame extratemporale stanno combattendo contro un gruppo di cyborg dai pomposi costumi viola.
Approfittando della confusione, il Cronomante si china su un pretoriano dell'antica Roma ferito e gli sottrae il passepartout per le celle.

-Non... puoi farlo... i Razziatori... - rantola la guardia, senza la forza necessaria per fermarlo.
Scansando altri combattenti, Fitzroy traffica con la più vicina serratura e apre la porta di una cella:

- Johnny, hai cinque secondi per decidere se venire con me.-
Jonathan Richards, un tempo noto come Hyperstorm, lo fulmina con lo sguardo. Non ha voglia di ripetergli per la milionesima volta che odia essere chiamato in quel modo. Eppure perde qualche istante di troppo nel guardarlo: per un tempo indefinito (settimane? mesi? anni?) hanno trascorso il loro tempo chiacchierando attraverso le mura delle loro celle attigue, immaginando il momento in cui sarebbero stati liberi e avrebbero consumato le loro vendette. E' la prima volta che hanno occasione di guardarsi in faccia.

-Trevor..? Mi auguro tu abbia un buon piano - si alza a fatica Hyperstorm, provato dalla lunga inattività.

-Fidati di me, amico - dice, tendendogli la mano.

Il figlio di Franklin Richards e Rachel Summers sorride: ormai sa bene che il tocco del Cronomante può prosciugare un essere umano delle sue energie vitali.
-Scordatelo che ti tocchi, mio caro, ma ti seguirò volentieri...

 

Aeroporto J.F.K. Queens, New York.

Il Blackbird con a bordo gli X-Men si è appena sollevato in volo dalla pista usata dalla Worthington Aviations che nelle menti di tutti risuona la voce telepatica di Jean Grey:

“Contrordine: mi ha chiamato mio cognato Paul, c'è uno scontro violento tra manifestanti pro e anti-mutanti davanti al Tribunale Penale, potrebbero scapparci dei morti. Io sto già arrivando sul posto e ho avvertito Westchester, voi potete raggiungerci?”

-Puoi starne certa, Jeanie.- risponde Havok, poi si rivolge agli altri –Avete sentito tutti? I Caraibi aspetteranno almeno per un po’.-

-Peccato.- replica Gambit. -Mi ero portato dietro l’olio abbronzante...-

 

Nel prossimo episodio:
Che cosa c'è dietro la scomparsa della donna di Nightcrawler? Che intenzioni hanno i due crono-criminali appena evasi?La tensione sociale tra mutanti e umani precipiterà nella Grande Mela? E come faranno i nostri sparuti X-Men a star dietro a tutte le minacce che incombono tra capo e collo?

 

Note

Fine di un episodio interlocutorio che getta le basi per trame che speriamo gradirete. I nostri X-Men non fanno molto, è vero, ma si rifaranno presto, vedrete.

Il Progetto P.E.G.A.S.U.S. è un’installazione governativa americana sovvenzionata dal Dipartimento dell’Energia. Il suo compito è studiare le energie alternative ed in particolare quelle di natura insolita. È apparso per la prima volta su Marvel Two in One #42 datato agosto 1978.

Se dobbiamo spiegarvi chi è l’Uomo Sabbia, allora non siete veri lettori Marvel. Vi basti sapere che su Vendicatori MIT #92 è stato rivelato che è il nuovo capo della sicurezza del Progetto P.E.G.A.S.U.S.

Robert Rider è il fratello minore di Richard Rider, ovvero Nova, ed è un vero e proprio piccolo genio.
Altroquando è uno dei tanti reami extratemporali deputati al controllo dei viaggi del tempo. Dopo gli eventi della nostra serie Fantastic Force, attualmente è guidata dal Signore, ossia Nathaniel Richards, padre del Reed Richards dei Fantastici Quattro. Del Cronomante e di Hyperstorm riparleremo nel prossimo numero.
Riguardo i Razziatori, saprete poco quanto niente, ma vi basti la conferma che rappresentano un omaggio al Razziatore, un criminale temporale nemico del Paperinik/PK dei fumetti Disney.

 

Carlo & Mickey



[1] Su Devil MIT #70 e Marvel Knights #72

[2] La prima è stata su Vendicatori MIT #92/93

[3] Sempre su Devil MIT #70.

[4] Un plateale riferimento alla prima saga di Carlo Monni sulla nostra serie sorella X-Men, avvenuta nell'intervallo tra il presente e lo scorso numero.

[5] Jean-Luc LeBeau, padre adottivo di Remy e capo della gilda dei ladri di New Orleans.

[6] Quartiere di Manhattan caratterizzato dal fatto che le sue vie hanno come nome le lettere dell’alfabeto.

[7] Che comprende l’intera isola di Manhattan.

[8] E voi saprete quali se leggerete i prossimi episodi di Alpha Flight MIT.